Ynskt mál: Italskt
Tutto nudo nel mio asciugamano che mi faceva da perizoma
Avevo il rossore in volto e il sapone in mano
Avanti il prossimo avanti il prossimo
Avevo appena vent'anni ed eravamo centoventi
Ad essere il prossimo dopo chi ci precedeva
Avanti il prossimo avanti il prossimo
Avevo appena vent'anni e lasciavo l'innocenza
Nel bordello ambulante di un esercito in campagna
Avanti il prossimo avanti il prossimo
A me, sarebbe proprio piaciuta un po' più di tenerezza
O magari un sorriso oppure avere tempo
Ma avanti il prossimo avanti il prossimo
Non fu Waterloo, no, no, ma non fu nemmeno Arcole
Fu il momento in cui rimpiangi d'essere mancato a scuola
Avanti il prossimo avanti il prossimo
Ma giuro che a sentire quell'ufficiale del cazzo
E' roba da tirarti fuori eserciti di impotenti
Avanti il prossimo avanti il prossimo
Giuro sulla testa della mia prima sifilide
Che quella voce da allora io la sento continuamente
Avanti il prossimo avanti il prossimo
Quella voce che puzzava d'aglio e di grappa cattiva
E' la voce delle nazioni ed è la voce del sangue
Avanti il prossimo avanti il prossimo
E da allora ogni donna al momento di soccombere
Tra le mie braccia troppo magre sembra mormorarmi
Avanti il prossimo avanti il prossimo
Tutti i prossimi del mondo dovrebbero prendersi per mano
Ecco quello che grido di notte nel delirio
Avanti il prossimo avanti il prossimo
E quando non deliro finisco col dirmi
Che è più umiliante "avere" un prossimo che "essere" un prossimo
Avanti il prossimo avanti il prossimo
Un giorno mi farò mutilato o monaca o impiccato
O insomma una di quelle cose in cui non sarò mai più
Il prossimo il prossimo